I profumi e i sapori dell' infanzia riemergono fortemente in questo periodo di pasqua, quasi a volermi sussurrare che, nonostante sia trascorso un bel po' di tempo, alcune tradizioni sono così incarnate in ognuno di noi che facciamo fatica a liberarcene. Ma io non voglio assolutamente cancellare questi ricordi profondi che fanno parte della mia vita!
Quand'ero piccola ricordo che il periodo precedente la Pasqua, tutto il paese era in fermento: alle funzioni religiose della settimana santa non mancava nessuno e la preparazione dei dolci pasquali era un dovere al quale ogni buona massaia non poteva sottrarsi.
Si incominciava a reperire le uova circa un mese prima, (piu' o meno una cinquantina per famiglia), per timore che poi si restava senza. Si prenotava il forno una o due settimane prima, poiché ogni famiglia aveva bisogno almeno di un giorno o due per poter infornare tutti i vari tipi di dolci della nostra tradizione pasquale calabrese (cuzzupe, fraguni, pitte chine, bucconotti). Poi si compravano le fascine di legna ( le frasche) , che servivano a riscaldare il forno! I somma non avevamo un minuto di tempo per fermarci! Era una festa per noi bambini! Anche perché poi tutto ciò si condivideva con gli altri, parenti e amici.
Anche quest' anno io, la suocera e mia cognata abbiamo voluto riprendere la tradizione ( in realtà non ci siamo mai fermate...) e preparare qualcosa da poter poi gustare insieme il giorno di pasqua, pasquetta e oltre!
Pitte chjne
Mia suocera: l'esperta del forno a legna!
Da qualche tempo alla lista dei dolci si sono aggiunte le "pastiere" della tradizione napoletana e noi non potevamo certo non farle!
E con questa breve storia delle nostre tradizioni pasquali auguro a tutti voi una serena e felice Santa Pasqua!
Savina